Nel paesaggio urbano contemporaneo, dove l’informazione è spesso ridotta a rumore e la comunicazione a notifiche, emerge un ecosistema discreto e radicale che restituisce voce ai luoghi: OmnyQr. Non si tratta di un’app nel senso convenzionale: è una rete di QR intelligenti che trasforma lo spazio pubblico in un sistema relazionale e informativo, rispettoso della privacy e capace di semplificare la vita quotidiana. La sua forza sta anche nella trasversalità: uno stesso strumento, capace di adattarsi a contesti diversi, collegando bisogni quotidiani, istituzionali, culturali e turistici.
La funzione più potente di questa piattaforma è quella comunicativa. Inquadrando un QR, l’utente può attivare una chiamata o videochiamata con l’attività, l’ente o il servizio collegato. È una sorta di citofono-interfono invisibile, che può essere installato su una vetrina, un portone, una bacheca comunale, una colonnina informativa.
Per le attività artigiane e commerciali, questo significa poter dismettere la linea telefonica tradizionale, eliminando costi fissi e complicazioni. Una bottega può essere raggiunta direttamente dal QR sulla serranda o sulla vetrina. Un parrucchiere può comunicare i prezzi aggiornati e ricevere richieste vocali senza condividere numeri privati. Una pizzeria può mostrare il menù, aggiornare i costi e ricevere prenotazioni, tutto gestibile da un’unica interfaccia, con pochi click.
Ma la comunicazione non si ferma al commercio. Il sistema è pensato anche per l’uso residenziale e istituzionale. Un QR sul portone di casa può sostituire il citofono tradizionale. Un comune può usarlo per chiamate con gli uffici dedicati o diffondere informazioni di emergenza, indicare punti di raccolta, segnalare avvisi di pericolo o aggiornare orari e servizi. Il QR diventa così un canale diretto, sempre attivo, sempre aggiornabile, sempre rispettoso della volontà dell’utente. Anche qui si manifesta la trasversalità: la stessa tecnologia che semplifica la vita di una famiglia diventa al tempo stesso uno strumento di protezione civile o di governance urbana.
Nel contesto turistico, questa infrastruttura si rivela particolarmente efficace. È già stato elaborato un progetto per alcuni paesi in Abruzzo, dove una rete di QR narrativi e informativi è pronta a valorizzare il territorio in modo coerente e rispettoso. Il progetto è in attesa di essere presentato in commissione, e rappresenta un modello replicabile in borghi, città d’arte e destinazioni culturali. In questo caso, la trasversalità si traduce nella possibilità di usare lo stesso strumento per raccontare una chiesa, indicare un sentiero naturalistico o fornire contatti utili per il soggiorno.
Il servizio si rivolge anche a realtà istituzionali e culturali che dispongono di contenuti ma non di budget. Musei minori, biblioteche di quartiere, botteghe storiche, enti locali possono costruire la propria presenza digitale contestuale, senza dipendere da piattaforme esterne. È una tecnologia fai da te, pensata per essere auto-costruita, auto-diffusa, auto-gestita. La trasversalità qui diventa inclusione: la stessa infrastruttura può servire tanto a un grande ente quanto a una piccola realtà di quartiere.
Uno degli aspetti più distintivi dell’ecosistema è la sua architettura privacy-first. In un’epoca in cui ogni interazione digitale è tracciata, il sistema sceglie deliberatamente di non raccogliere dati, non profilare, non creare dipendenza. Questo approccio consente l’adozione da parte di enti pubblici, scuole, ospedali, senza alcun problema di compliance normativa. L’assenza di profilazione e la neutralità tecnologica rafforzano ancora una volta la trasversalità: il QR può essere adottato con la stessa efficacia in un ospedale, in una scuola, in una bottega o in un borgo turistico.
La piattaforma non chiede attenzione: la merita. Non vuole diventare virale, ma essere utile. È un progetto culturale che mira a radicarsi, non a espandersi indiscriminatamente. Nel contesto urbano e turistico, significa offrire esperienze coerenti, percorsi fluidi, informazioni affidabili. Significa restituire al cittadino e al visitatore la possibilità di orientarsi, scoprire, interagire, senza essere travolto.
Per chi lavora nel turismo, nella cultura, nella logistica urbana, è una chiave discreta per aprire porte narrative e relazionali. Per chi vive la città, è un modo per ascoltarla. Per chi la visita, è un modo per capirla. E per tutti, la trasversalità del sistema garantisce una continuità di esperienze: ciò che funziona nella bottega sotto casa può funzionare anche in un museo, ciò che informa un cittadino può guidare un turista o sostenere un ente pubblico.
Il progetto OmnyQr ha recentemente ottenuto un importante riconoscimento a livello nazionale: è stato selezionato tra le 16 startup finaliste del contest “Social Match” promosso da Startup Italia.
Questa selezione conferma il valore innovativo e l’impatto sociale del progetto, che si distingue per la capacità di coniugare tecnologia, accessibilità e comunicazione urbana in modo sostenibile e replicabile.
Dal 17 al 19 ottobre, OmnyQr sarà inoltre presente al Maker Faire Rome – The European Edition, nello spazio Gazometro Ostiense (stand H14), per presentare dal vivo la propria infrastruttura e i più recenti sviluppi del sistema.
Sarà un’occasione per incontrare il team, scoprire le nuove applicazioni della piattaforma e assistere a dimostrazioni interattive dedicate a cittadini, enti e operatori del turismo.